i buoni propositi che non rispetterai mai

E’ come l’inizio di un nuovo anno scolastico. Ne avevo già parlato da qualche parte, in un qualche racconto remoto, tipo arriva settembre, si corre in cartoleria, nuovi libri, nuove penne, nuovi quaderni dai fogli lisci vergini e pronti per essere imbrattati. Quando finisce l’estate si svuotano gli armadi, si tolgono le canottierine per far posto ai maglioni col collo alto, si inscatolano le ciabatte per tirar fuori gli stivali. E partono i buoni propositi, quesi buoni propositi che non rispetterai mai.
Ti iscrivi ad una palestra alla quale non andrai mai.
Ti imponi una dieta che non rispetterai mai nascondendoti dietro i “oggi sgarro ma domani sto leggera”, le classiche frasi pronunciate a stomaco pieno.
Io me ne sono imposti una valanga, di buoni propositi.
Studiare, stare meno a casa, trovare lavoro, cosare di più, fonfare di meno. Come dopo la confessione, quando ero piccola piccola che facevo catechismo. Vai a parlare col prete, a confessarti. Ok, sior Prete, com’è? Ho 8 anni che vuoi che abbia fatto a parte dire le parolacce e non aiutare mia madre a sparecchiare la tavola. Ahn sì, ho trattato male mia sorella, non le ho prestato la Barbie. Ok, 3 salti sul posto, 5 filastrocche, niente cioccolata per una settimana e comportati bene. Va ben, lo farò, loggiuro che lo farò. Arrivavo a casa tutta angioletta, e per mezz’ora ci credevo davvero, che non dovevo dire le parolacce.
Ma poi arriva l’autunno e il calduccio e le castagne e le serie TV e il pandoro con la panna montata e chi se li ricorda più i buoni propositi.
Sì sì, domani vado in palestra.
Sì sì, finisco questo pandoro e da domani sedano crudo scondito.

Figurarse.

V.

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